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mercoledì, ottobre 25, 2006

Sala Carlo Giuliani

Mai nella mia vita avrei pensato di dare ragione a personaggi come Carlo Giovanardi a Maurizio Gasparri ma che ci volete fare, non si finisce mai di imparare:

Fonte excite.it

Sala Carlo Giuliani. Così si chiamerà da oggi in poi l'aula di presidenza del gruppo di Rifondazione Comunista al Senato.
La scelta di onorare il ragazzo no global ucciso dal carabiniere Placanica durante gli scontri del G8 a Genova è stata accolta con opinioni discordanti da parlamentari e senatori.
C'è chi ha applaudito all'iniziativa e chi, invece, non l'ha gradita affatto.

Fra i detrattori spiccano molti deputati del centrodestra, da Carlo Giovanardi a Maurizio Gasparri, che qualche giorno fa hanno chiesto al presidente della Repubblica di bloccare l'iniziativa di Rifondazione visto che Carlo Giuliani "perse la vita mentre tentava di linciare, insieme a un gruppo di violenti facinorosi mascherati e armati di spranghe, giovani carabinieri di leva, già feriti durante l'aggressione".

Anche il Cocer dei Carabinieri ha espresso vivo disappunto per l'iniziativa, reputandola "un gesto provocatorio e di profondo disprezzo delle istituzioni democratiche, in quanto implicitamente incita i giovani al minor rispetto e alla commissione di azioni violente nei confronti delle forze dell'ordine che quotidianamente preservano i cittadini da qualsiasi forma di sopruso e di prevaricazione".

Le proteste hanno spinto il capogruppo Prc al Senato Giovanni Russo Spena ad un chiarimento: "Sarà bene chiarire che in questa decisione non c'era e non c'è alcun intento provocatorio nè offensivo. È invece assolutamente vero che noi intendiamo fare tutto il possibile per evitare che i fatti di quelle tremende giornate del luglio 2001 vengano dimenticati e coperti da un colpevole silenzio".

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha deciso di stoppare le polemiche pubblicando una lettera nella quale specifica che la "scelta rientra nella autonomia di ciascuna componente della rappresentanza parlamentare e della relativa Camera di appartenenza, nel merito della quale il presidente della Repubblica non ha titolo ad intervenire".

 

Turismo

Oggi parlo di turismo e della proposta del balzello "fino a 5.00 Euro" proposto nella finanziaria dai nostri miopi governanti per ogni persona che alloggerà in un albergo.

Comincio a chiarire che l'industria turistica è un calderone di aziende di diversissime tipologie: si va dalla piccola struttura a conduzione familiare al colosso multinazionale, dagli alberghi ad apertura stagionali a quelli con apertura annuale, dalle realtà low cost a quelle di lusso.

I nostri governanti vorrebbero applicare una tassa di scopo su tutta questa tipologia di strutture.
Al reclamo delle associazioni di categoria ho letto commenti di politici di questo tenore" Cosa vi lamentate, cosa volete che siano 5 Euro a fronte del prezzo di una camera di 300 euro a persona".

Voglio far notare a chi decide che non tutti frequentano gli stessi alberghi dove carrozzoni politici inutili ed elefantiaci organizzano conventions di partito, non tutti possono spendere quelle cifre e non tutti gli imprenditori di questo comparto possono sopportare un tale livello di tassazione.
In un momento in cui Cicciobello Rutelli spinge(a parole) per una riqualificazione del turismo ed una maggior competitività rispetto ai nostri tradizionali concorrenti, il governo non trova di meglio che richiedere una tassa giornaliera per ogni persona presente in hotel. Non c'è dubbio che verrà applicata largamente. I sindaci avranno questo potere e, visto che non colpisce i propri cittadini, sicuramente non avranno scrupoli.

Intanto dalla mente dello stesso Rutelli ha preso forma un progetto che definirei bislacco: il sito turisti protagonisti. Un "portale" dove gli italiani che sono andati all'estero beatificano i luoghi ed i servizi di altri Paesi. Tutto questo servirà ad " accompagnarci nel grande viaggio che portera' l'Italia a riconquistare le posizioni perdute."
Esiste  poi un'altra elefantiaca e costosissima campagna che dovrebbe essere incentrata sul nuovo sito italia.it. Un sito che ancora prima di nascere ha già succhiato 45 milioni di Euro senza alcun risultato. Anzi qualche risultato l'ha dato, vedasi uno dei simpatici banners del brillante webmaster, non c'è che dire, un altro dei triti luoghi comuni:

Italia.it è un progetto del precedente governo che il nuovo ha deciso di continuare.
Tra l'altro l'ex ministro Stanca ha varato l'idea ed ha affidato la commessa multimilionaria all'IBM e ad altre società che fanno comunque capo all'IBM. Indovinate cosa faceva l'ex ministro Stanca prima di essere folgorato sulla strada sella politica? Era manager IBM. Strano.

Ma perchè invece di varare opere faraoniche destinate al fallimento i nostri politicanti non si chiedono come mai abbiamo perso una considerevole fetta di mercato a favore di Nazioni ben meno "dotate" sul piano turistico?
Nel nostro Paese abbiamo una burocrazia bizantina, i costi dell'energia sono un buon 40% più alti della media UE, il costo del lavoro incide fino al 50% in un'impresa turistica, nuove norme e regolamenti su materie più svariate nascono tutti i giorni con aggravio dei costi di gestione specialmente delle piccole aziende, manca l'armonizzazione delle categorie alberghiere, manca una scuola che prepari adeguatamente gli addetti del mercato turistico, esistono assurdi balzelli per i locali pubblici come la tassa speciale su televisori, radio, altoparlanti(sic), tasse sulle insegne per non parlare della famigerata tassa sui frigoriferi che per fortuna, bontà sua, Berlusconi ha avuto l'ardire di cancellare anni orsono(sarà perchè con i suoi supermercati ne pagava tante) e via dicendo. In poche parole immaginatevi una moltitudine di tasse come quelle che pagate a casa vostra ma aumentate e non di poco con la giustificazione che bar, hotels, ristoranti sono locali pubblici e quindi hanno un introito supplementare dal fatto di avere per esempio una TV. Tutti questi balzelli ricadono poi sul prezzo finale che deve pagare il cliente.

In questo quadro che ho trattato superficialmente aggiungiamo ora quindi la tassa "di scopo" come la chiamano loro di 5 Euro a cranio per pernottamento. Immaginatevi la famiglia tedesca abituata a venire da anni in Italia come reagirà ad un aumento che potrebbe arrivare al 30% grazie a questa invenzione degli Einstein seduti sui comodi scranni di Roma. Prevedo un aumento considerevole delle presenze turistiche in Paesi che fino a pochi anni fa facevano la parte di Cenerentola: Grecia, Spagna, Portogallo. Così si aiuta il turismo in Italia!

Purtroppo il comparto turismo non viene preso in nessuna seria considerazione dagli scalda sedie di Roma.
Eppure produce l'undici per cento del PIL nazionale con oltre 2 milioni di addetti.
Forse per questo viene trattato come mucca da mungere e nient'altro.

 

martedì, ottobre 17, 2006

Svezia

E' di oggi la notizia che alcuni ministri svedesi hanno dovuto rassegnare le dimissioni.
Di cosa sono stati accusati?
Non hanno pagato il canone televisivo ed uno di loro non pagava i contributi alla baby sitter.

Praticamente come in Italia.

lunedì, ottobre 16, 2006

Inadeguati

Ho pensato molto se fare un post  a proposito delle tristissime figure riprese dal servizio delle iene sui nostri politici che qualcuno definirà qualunquista ma ho deciso di scriverlo lo stesso perchè è ora di prendere coscienza di chi ci governa.
Per chi ancora non lo sapesse, qualche giorno fa è stato bloccato dal garante della privacy un servizio delle iene che dimostrava che una buona percentuale dei nostri politici aveva fatto uso di droghe nelle precedenti 30 ore. Al suo posto è stato trasmesso un servizio che da l'idea della qualità intellettuale di chi prende le decisioni per il bene del nostro Paese.

Ai Parlamentari sono state posti quesiti a cui un ragazzino delle scuole medie saprebbe rispondere tranquillamente: Chi è Mandela? Cosa è Guantanamo? Cosa è la Consob?
Per chi non avesse visto il servizio lo riproduco qui:

 

Avete visto? Cosa pensate?
A mio parere questa è una cosa gravissima.
Chi ci governa non sa neppure cosa sia la CONSOB. Cavolo, devono legiferare su argomenti di cui non sanno neppure l'esistenza.
Che vergogna, che umiliazione per milioni di cittadini che si fanno il mazzo e sono ben più degni di questi personaggi che scaldano i banchi per qualche decina di migliaia di Euro al mese. In qualsiasi altro Paese queste persone avrebbero già dato le dimissioni per manifesta incapacità. Qui da noi diventeranno degli eroi.
E' per questo che rivango questo argomento, ho letto alcuni interventi sulla questione ma non ho trovato nette stroncature verso gli ignoranti, solo battutine e comprensione.
Bisogna invece urlarlo forte: VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA.

Il popolo deve ricordarsi bene di questi fatti e deve far tesoro della scelta dei partiti politici, quella di mettere sugli scranni personaggi di nessun valore evidentemente per poterli pilotare al momento delle votazioni: dei burattini incompetenti.

giovedì, ottobre 12, 2006

Sfilate

Vedere oggi in TV dentisti, architetti e commercialisti sfilare contro la finanziaria mi ha fatto sobbalzare dalla sedia.
Queste categorie hanno proprio la faccia di bronzo. Avete mai visto un commercialista, un architetto o un dentista povero?
A sentire loro fanno fatica a campare.
E non si vergognano neanche davanti alla telecamera. Uno di loro ha raccontato che la visione che la gente ha della categoria è antica, una volta quindi guadagnavano, ora poverini faticano a portare a casa un tozzo di pane.
A me per una otturazione il dentista chiede 150 Euro con fattura e 120 senza.
Una volta ho avuto bisogno di un architetto, 10 minuti di lavoro 300.000 Lire (nel 1993 !!!).
Sui commercialisti  dico solo che ci vuol coraggio a sfilare contro lo Stato, quella stessa entità che permette loro di guadagnare carriolate di soldi con continue leggi e regolamenti che spiazzano il contribuente obbligandolo a rivolgeri a loro.

E si permettono anche di sfilare con gli striscioni?

Ma andate a lavorare, uno di quei lavori usuranti che vi spaccano la schiena. Allora potrete sfilare contro le tasse.
Barboni.

mercoledì, ottobre 11, 2006

Deputati, droga e privacy

Il servizio delle Iene non trasmesso ieri sera sui Deputati che hanno fatto uso di droghe nelle ultime trenta ore lascia aperti due problemi:
L'uso di dati biometrici da parte di terze persone non autorizzate e l'uso di droghe da parte dei cittadini.

E' assolutamente inconcepibile come si possa fare uso di dati sensibili come la lettura del DNA. Nonostante questo servizio serva ad aprire gli occhi su una realtà sconosciuta spero che in futuro non sia permesso a nessuno di catalogare i cittadini a seconda dello stato di salute o della possibilità di contrarre malattie in futuro. Viviamo già in una realtà molto vicina a quella di 1984 di Orwell, non vorrei fare un altro passo verso scenari che solo pochi anni fa sarebbero sembrati fantascientifici.
In ogni caso mi risulta che già da tempo alcune banche facciano segretamente alcuni tests biometrici ai neo-dipendenti senza che nessuna abbia a fiatare. Chissa se qualcuno in possesso di prove concrete ha voglia di venire allo scoperto?
La salute fa parte della sfera privata e come tale è intoccabile.

Per quanto riguarda l'uso di droghe ancora una volta affiora il sospetto che tutti i cittadini siano uguali ma alcuni siano "più uguali" di altri.
Quanta fretta nella decisione del garante della privacy. Come per le intercettazioni telefoniche è parso ai cittadini che la politica si muova molto velocemente solo quando si tratta di preservare i propri interessi.
A voler pensare male mi viene in mente che come per altri problemi come il divorzio, le coppie di fatto, la fecondazione assistita i nostri politicanti predichino bene e razzolino male. E' stata varata una legge solo pochi mesi fa che equipara le cosiddette droghe pesanti allo spinello. Un errore madornale. Passa il messaggio che eroina, cocaina o cannabis siano sullo stesso piano. Oltretutto con qualche spinello si va in galera mentre delinquenti patentati stanno beati in giro grazie ad un'altra invenzione degli Einstein che ci governano, il famigerato indulto.
Ai nostri politicanti pare interessare poco, visto che evidentemente si danno a baccanali a base di cocaina e spinelli con le spalle coperte dall'immunità parlamentare.

Rimane il fatto che sul campione testato(che non ha certo valore scientifico) circa il 30 per cento dei deputati ha fatto uso di droghe nelle ultime 30 ore. Una percentuale altissima. Se il Parlamento è lo specchio del Paese siamo messi proprio male.

 

martedì, ottobre 10, 2006

Tg2

Ieri al TG2 mi sono sorbito un lungo servizio giornalistico (?) sugli spot della TIM.
La versione originale è stata cambiata, la versione originale conteneva critiche al sindaco Veltroni, la versione originale è stata censurata...
A parte il fatto che non me ne importa un fico secco di chi ha fatto cambiare lo spot mi ha fatto veramente arrabbiare la pubblicità recata alla TIM e neanche occulta perchè il loro logo ha campeggiato continuamente sullo schermo per almeno tre minuti che durante un telegiornale hanno un valore monetario eccezionale.
Ma questi giornalisti non si vergognano? Chi decide cosa mandare in onda? A  quanto ammonta l'aiutino aziendale che ha permesso una tale vergogna? E' in atto una manovra di recupero di immagine del Tronchetti Provera?
Che tristezza.

venerdì, ottobre 06, 2006

Eutanasia

Sul problema dell'eutanasia ho trovato questo interessante articolo sul sito della Chiesa Valdese che condivido totalmente dall'inizio alla fine.
Questo è secondo me l'approccio corretto verso queste problematiche che toccano i meandri più profondi dell'uomo.

Lo riporto qui nel mio piccolo spazio sperando che lo leggano più persone possibili.

L'eutanasia inevasa
di Ermanno Genre

I casi Welby e Canova dimostrano come vi siano due metri e due misure

L’autodeterminazione della persona è un principio che se fosse rispettato, come succede in molti paesi europei, non avremmo bisogno di una legge «ad hoc»

Un volto, in particolare, ha attirato la nostra attenzione in questi giorni: il volto sofferente, provato e sfiduciato di Piergiorgio Welby, l’uomo che si è rivolto al presidente della Repubblica con la richiesta di poter morire. L’impatto sull’opinione pubblica è stato dirompente: il quotidiano La Repubblica ha riportato i dati di una sua inchiesta interna (non scientificamente elaborata) da cui risulta che il 95% dei lettori che hanno trasmesso la loro opinione sarebbe favorevole a una legge sull’eutanasia, per consentire una responsabile autodeterminazione, mentre soltanto il 5% sarebbe contrario, per i troppi rischi e perché non rispetterebbe il diritto alla vita.
I mass media ci hanno però, a un giorno di distanza, presentato anche un altro volto, quello di Enrico Canova, anch’egli paralizzato e dipendente da una macchina che gli permette di vivere. Due persone, entrambe paralizzate, entrambe sofferenti, ma che esprimono due opposte decisioni: l’uno vuole poter morire, l’altro vuole continuare a vivere. Fra questi due casi c’è però – lo ha fatto notare il giornalista Michele Serra – una grossa differenza: chi vuole morire non può, si trova, oggettivamente, in balia di una situazione e di una legge che lo costringono a vivere una vita che egli giudica insopportabile, non più dignitosa. Non è questa una forma di accanimento terapeutico che tutti dicono di voler combattere? C’è una possibilità concreta per accogliere la richiesta di Welby senza ricorrere all’eutanasia?
È l’analisi di casi concreti come questi che ci aiuta a capire che la domanda di eutanasia, che si vorrebbe negare e cancellare dalla realtà, per quanto limitata essa sia, ha nome e cognome e attende una risposta umana concreta. Il problema infatti non è Enrico Canova, che vuole continuare a vivere e che ha il diritto riconosciuto di vivere fino all’ultimo respiro con la sua compagna, con il figlio e i tre gatti nella sua casa di Milano, con le cure palliative a domicilio. Il problema è Piergiorgio Welby, a cui neppure le cure palliative rendono la vita accettabile e sopportabile e che ha, oltre a ciò, una legge impietosa che gli si rivolta contro. Qui si tocca con mano che cosa significhi il principio di autodeterminazione della persona, riconosciuto a Canova ma negato a Welby. Se questo principio venisse applicato responsabilmente, non sarebbe probabilmente necessaria una legge sull’eutanasia. Numerosi paesi europei, infatti, non hanno una legge apposita sull’eutanasia, ma chi si trova nella situazione di Welby non si vede costretto a scrivere al presidente della Repubblica per trovare ascolto.

Sono precisamente i singoli casi di persone inguaribili e sofferenti che dovrebbero indicare l’orizzonte delle norme che una società si dà per regolare questi casi limite. L’esigenza di universalità di una norma va sempre interpretata in relazione alla singolarità e unicità di ogni singola persona. Su questo terreno concreto si situa la «saggezza pratica» capace di trovare i comportamenti giusti e appropriati, oltre l’impersonalità della norma, come ci ricorda Paul Ricoeur.
Con quale diritto una società libera e democratica, laica e multiconfessionale, può ragionevolmente opporsi alla richiesta di Welby? Vi sono argomentazioni umane che non siano una violenza nei confronti di chi dipende totalmente dalla tecnologia medica e dalla volontà di altri? La convinzione cristiana (e non solo cristiana) che la vita sia un dono di Dio, e che dunque debba fare «il suo corso naturale e affidarsi alla volontà di Dio», come ha sostenuto ancora in questi giorni il cardinale Barragàn, è un richiamo fuori dal seminato. Il ricorso alla natura non funziona più in medicina ormai da molto tempo, è contraddetto in tutti i campi (a cominciare dalla neonatologia). Certamente, la vita è un dono di Dio, ma essendo un dono che Dio ci trasmette, ce lo comunica realmente, completamente, ne rispondiamo responsabilmente davanti a lui e non a una istituzione. Affermazioni religiose così formulate sono irresponsabili e producono, contro ogni buona intenzione, delle forme di «accanimento spirituale-pastorale» che hanno la pretesa di conoscere sempre quale sia il bene dell’altro; non sapendo più ascoltare, si siedono sulla cattedra della propria dottrina anziché accanto al letto del malato.
Per rispondere responsabilmente alla richiesta di Welby – a quel tipo di richiesta e non a qualsiasi richiesta – uno Stato democratico deve darsi degli strumenti legislativi, pur con tutte le cautele necessarie. La democrazia è vera democrazia quando sa farsi carico dei problemi degli ultimi, in questo caso di una minoranza sofferente. Richiedere una legge che regoli questa questione non è come chiedere una legge contro l’evasione fiscale, significa chiedere una piccola norma legislativa che si situi dalla parte di quella minoranza sofferente che si trova oggi doppiamente minacciata: da una legge dello Stato e da una legge morale e religiosa che ha perso per strada la visione della misericordia di Dio. La richiesta di Welby deve trovare diritto di cittadinanza in una democrazia, al di là dei nostri (del mio) personali punti di vista, delle nostre appartenenze confessionali, degli schieramenti politici degli uni e degli altri.

Iniziano in questi giorni le audizioni in vista dell’istituzione di una legge per riconoscere il «testamento di vita» (biologico), che è un’altra questione, da non confondere con l’eutanasia. Vi sono ben otto disegni di legge presentati in Parlamento e mai discussi. Il caso Welby ha ora riaperto questo dossier. Il consenso che sembra profilarsi all’orizzonte non potrà, in ogni caso – sarebbe segno di un cinismo parlamentare preoccupante – «bypassare» la domanda di Welby, che resta senza risposta. È urgente trovare quella saggezza pratica in cui ognuno si possa riconoscere e che è espressa da un antico detto sapienziale chiamato la regola d’oro, conosciuto nella letteratura antica sia nella sua versione negativa, sia in quella positiva, quest’ultima accolta nei vangeli: «Tutte le cose che volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro» (Mt. 7, 12a). In questa luce il volto di chi soffre e chiede, nella sua totale impotenza, di poter morire, rivendica priorità su ogni altra considerazione.

Tratto da Riforma del 6 ottobre 2006

mercoledì, ottobre 04, 2006

Alè, il Chiatti indultato

I risvolti del vergognoso indulto non finiscono di stupire.

Tre anni di abbuono per Luigi Chiatti, un energumeno che nel '92 seviziò ed uccise Simone Allegretti, quattro anni e non pago nell' agosto del '93 assassinò il tredicenne Lorenzo Paolucci. Dopo lo sconto iniziale, da due ergastoli a 30 anni di carcere ecco così un'altra prova di buonismo delle nostre istituzioni.
Chi difende la decisione dei Giudici (che ritengo abbiano solo applicato la legge) dice che in fondo il Chiatti uscirà comunque nel 2020 dimenticando però di ricordare che scontati due terzi della condanna, Chiatti potrebbe sollecitare i benefici che la legge Gozzini prevede per i detenuti con condanna definitiva. Potrà in parole povere avere permessi premio (sic) per uscire dal carcere.
Che ci volete fare, uno sconticino non si nega a nessuno.

Assistiamo ora alla grottesca condanna di questa decisione di alcune parti politiche:
In particolare Giuseppe Consolo, capogruppo di Alleanza nazionale in commissione Giustizia, Maurizio Gasparri, il deputato di Alleanza nazionale Fabio Rampelli. il consigliere regionale umbro Aldo Tracchegiani (AN)si scagliano contro la decisione. Ricordo loro che tra i votanti a favore dell'indulto ci sono alcuni colleghi di partito, i signori di AN
Buccico Emilio Nicola, Curto Euprepio, De Angelis Marcello, Matteoli Altero, Saporito Learco, Valentino Giuseppe.

Siccome l'indignazione pelosa non ha partito ecco che il capogruppo regionale umbro di Rifondazione Comunista Stefano Vinti
esprime "perplessità, legate all'atteggiamento di Chiatti che non si è mai pentito degli efferati delitti commessi ai danni di due minorenni e delle loro famiglie e non ha mai fatto mistero di poter nuovamente tornare ad uccidere se rimesso in libertà".
Anche al signor Vinti ricordo che i suoi colleghi di partito hanno votato pressochè compatti a favore dell'indulto:
Rifondazione Comunista (Camera)
Acerbo, Burgio, Cannavo’, Cardano, Caruso, Cogodi, De Cristofaro, De Simone, Deiana, Dioguardi, Duranti, Falomi, Farina Daniele, Ferrara, Folena, Forgione, Frias, Giordano, Guadagno, Iacomino, Khalil, Locatelli, Lombardi, Mantovani, Mascia, Migliore, Mungo, Olivieri, Pegolo, Perugia, Provera, Ricci Andrea, Ricci Mario, Rocchi, Russo Franco, Siniscalchi, Smeriglio, Sperandio, Zipponi.
Rifondazione Comunista (Senato)
Albonetti Martino, Alfonzi Daniela, Allocca Salvatore, Boccia Maria Luisa, Bonadonna Salvatore, Brisca Menapace Lidia, Capelli Giovanna, Caprili Milziade, Confalonieri Giovanni, Del Roio Josè Luiz, Di Lello Finuoli Giuseppe, Emprin Gilardini Erminia, Gagliardi Rina, Giannini Fosco, Grassi Claudio, Liotta Santo, Malabarba Luigi, Martone Francesco, Nardini Maria Celeste, Palermo Anna Maria, Russo Spena Giovanni, Sodano Tommaso, Tecce Raffaele, Turigliatto Franco, Valpiana Tiziana, Vano Olimpia, Zuccherini Stefano.

Hanno fatto l'indulto ed ora si stracciano le vesti.
Che si vergognassero.

Due siti, uno a favore ed uno contro il provvedimento:
max giordani blog
ciaoweb