La genesi del consenso
Un interessante articolo di Fabio Greggio che trovate su
Politikon.it
Non servono commenti.
IL
CONTROLLO: LA GENESI DEL CONSENSO
Volete divenire popolari?
Caratterizzatevi e create un Unicum, un appeal caratteristico.
Anche se avete un’occupazione seriosa e siete professionisti distinti,
presentatevi sempre con un paio d’occhiali singolari, sgargianti, una cuffia, un
elemento improbabile.
Camminate in continuazione nel centro di Roma con una stella rossa in fronte:
alla fine andrete in Tv.
L’Eristica è un modo più ostico di definire quello che Aristotele univa
con la retorica e dialettica, in altre parole quello che Shopenhauer
definiva”L’arte di ottenere la Ragione”.
Oggi i tempi sono cambiati e nell’era dell’immagine, dell’etere, suddividere i
sillogismi in logici e dialettici è vano.
L’immagine coglie l’attimo. Persuade.
Il Consenso, fino a pochi lustri fa, era raggiungibile anche solo
televisivamente in modo banale.
Torsi di verza assurti a filosofi solo per essere popolari, imbecilli dal piglio
caratteristico, personaggi che solo per un difetto divengono i beniamini.
Licio Gelli aveva costituito un programma dettagliato per l’ottenimento del
consenso.
Partendo dall’esperienza magistrale del Minculpop mussoliniano, aveva tentato di
creare una vera e propria casta d’intoccabili, giornalisti, finanzieri,
imprenditori, personaggi televisivi ecc che attraverso una congiunta sinergia
avrebbero dovuto creare il “consenso”.
Fallita l’esperienza della Loggia “Propaganda Due” semplicemente denominata P2,
cui fece parte anche Silvio Berlusconi, sotto l’accusa di “sovvertimento delle
istituzioni” più volgarmente definito “golpe”, si istaura in Italia la
potenza della Tv commerciale.
Non faremo la storia della TV commerciale, della legge Mammì, dei favoritismi
Craxiani all’amico Silvio.
Nè voglio analizzare per l’ennesima volta i tipi d’influenza mediatica che le Tv
diffondono ai fini della creazione del consenso.
Il pubblico nel frattempo si è però smaliziato. Ha cominciato a riconoscere i
messaggi sublimali, le furbate.
Certo la persona che non s’intende di comunicazione non coglie le finezze
dell’Era Bananas che la Tv passa.
Non capisce come mai i servizi con Berlusconi che parla sono sempre perfetti,
mentre quando parla Prodi c’è sempre l’audio con l’eco, il rimbombo. La mezza
parola cancellata, il motorino che passa.
Il salumiere di Pavia che ne sa del perché Silvio ha sempre lo sfondo azzurro, è
sempre da solo, e sventolano sempre bandiere?
Come fa a sapere che l’azzurro, il rosso e il nero bucano in Tv, mentre il verde
mette ansia?
Prodi è ripreso sempre in movimento, in atteggiamenti singolari e confuso tra la
gente.
Perché i telegiornali dell’Era Bananas iniziano sempre con l’affermazione di
Berlusconi, cui seguono le affermazioni del Centrosinistra, cui rispondono
sempre quelli del centrodestra?
Ma in questo modo il centrodestra parla due volte!
Chi crede che il consenso si crea solo così è uno sprovveduto.
Il consenso nellEra Bananas si crea in modo più subdolo, capillare, organizzato.
La miriade di testate di quotidiani di centrodestra che assieme non vendono come
un quotidiano di mezza tacca come possono sopravvivere?
Per una questione molto semplice.
Le testate sono esposte in edicola e i titoli cubitali sono gli slogan da
lanciare al popolo.
Poi passano in Tv nelle rassegne stampa, a prescindere dalle poche decine di
vendite.
Perché Repubblica, al nord è introvabile?
Avete mai notato che nei Centri Commerciali dell’Italia settentrionale
Repubblica e Il Corriere della Sera finiscono alle prime ore del mattino?
Provate a controllare quante copie invece vi sono, la sera tardi, di “La
Padania” “Il Giornale”, “Il Foglio”, “Libero”.
Un’esagerazione.
Stessa sorte per i due settimanali di politica.
Le copie di Panorama che restano invendute sono un abominio.
L’Espresso invece occorre cercarlo fra la Settimana Enigmistica e “Case&Casali”,
spesso solo con gli allegati costosi, per renderlo difficilmente vendibile.
Avete provato a cercare Repubblica in un Autogrill della Lombardia, alle due del
pomeriggio?
Vi diranno “Finita”.
Se domandate come mai finisce sempre in fretta, vi risponderanno “ Ce ne portano
poche copie”.
Negli ultimi anni i distributori di giornali si sono stranamente rarefatti.
Grandi distributori hanno assorbito quelli piccoli e dettano il buono e il
cattivo tempo.
Il Consenso passa anche attraverso la distribuzione.
Ma non solo.
Tutto è disseminato di messaggi sublimali.
Guardate la pubblicità della compagnia telefonica “3”.
Recita “ Meno tasse per tutti fino al 2008”. Vi dice nulla?
Una miriade di giornali per casalinghe sono stati invasi di servizi su politici
del Centro destra in atteggiamenti familiari.
Santanchè con i bimbi, Berlusconi con la sua tribù, il figlio di La Russa
novello play boy (non avesse il padre famoso non se lo filerebbe nessuno,
ricordate il fisique du role del figlio di Leone? Eppure come acchiappava),
calciatori che sconfessano la fede politica….
Follini no. Sparito.
Siamo bombardati da libretti costosissimi, campagne pubblicitarie miliardarie,
slogan ignobili.
Il Centrodestra non crea consenso attraverso le sue proposte, il suo operato.
Ma attraverso una fitta rete Orwelliana. Lo vuole, lo pretende.
La recente campagna elettorale si è basata sul liet motiv della
criminalizzazione dell’avversario.
Si è cominciato con Unipol, Cooperative Rosse, attacchi personali a Fassino,
violenti, fino alla visita in Procura di Berlusconi, pur senza elementi di
rilevanza penale.
Quasi a giustificare il desiderio di distruzione a prescindere.
Infine si è passati alla frottola vera e propria.
Invece di illustrare il programma del Centrodestra, Berlusconi ha parlato solo
di quello del Centrosinistra praticando interpretazioni del tutto fasulle.
Anche qui non farò l’elenco delle insulsaggini del disperato Berlusconi.
Curioso è invece l’atteggiamento all’unisono degli altri leaders del Cdx, che
fino ad oggi si erano tenuti su posizioni più morbide.
La società italiana è davvero minata alle fondamenta da questo squilibrio
informativo.
Non parlerò delle mille altre forme che sono usate da Berlusconi, dall’editoria,
radio, Tv locali.
Una rete capillare diffusa che mina la democrazia e ci rende davvero meno
liberi.
Tutta la società italiana è pervasa da questo grande fratello che arriva
ovunque.
Quando si cominciò a parlare di riforma delle pensioni, a metà degli anni 90,
erano settimane che Mediolanum Assicurazione invitava all’acquisto di polizze
vita.
Ma anche il Cinema, Teatro, spettacoli….
Sempre meno cultura sempre più musical.
Meno Pirandello più Cuccarini.
Nelle sale cinematografiche non è ancora arrivato “ Bye bye Berlusconi”, il film
tedesco che sberleffa il Premier.
Pare sia stato “trattenuto” per non infangare la campagna elettorale....continua
Ma le sale cinematografiche Medusa si moltiplicano e tra breve anche il Cinema
sarà completamente nelle mani di Silvio.
Televisioni, editoria, cinema, fiction, giornali, telefonia, radio, Tv locali,
assicurazioni, finanza, edilizia, software, banche, ecc.
Un Paese controllato da un uomo. Dal “liberale” Silvio Berlusconi.
Il prossimo Governo se sarà di Centrosinistra dovrà liberarsi di questo
ingombrante fardello, cercando in ogni modo sempre il dialogo con quelle forze
del centrodestra che vogliano collaborare.
Ad un patto.
In ogni argomentazione bisognerà essere d’accordo su qualche cosa che si prenda
come principio per giudicare la questione di cui si tratta.
Altrimenti “contra negantem non est disputandum” ovvero:
“Non si disputi con uno che nega i principi di partenza” Aristotele.
Fabio Greggio
Politikon.it
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