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lunedì, aprile 03, 2006

La genesi del consenso

Un interessante articolo di Fabio Greggio che trovate su Politikon.it
Non servono commenti.

IL CONTROLLO: LA GENESI DEL CONSENSO

Volete divenire popolari?
Caratterizzatevi e create un Unicum, un appeal caratteristico.
Anche se avete un’occupazione seriosa e siete professionisti distinti, presentatevi sempre con un paio d’occhiali singolari, sgargianti, una cuffia, un elemento improbabile.
Camminate in continuazione nel centro di Roma con una stella rossa in fronte: alla fine andrete in Tv.
L’Eristica è un modo più ostico di definire quello che Aristotele univa con la retorica e dialettica, in altre parole quello che Shopenhauer definiva”L’arte di ottenere la Ragione”.
Oggi i tempi sono cambiati e nell’era dell’immagine, dell’etere, suddividere i sillogismi in logici e dialettici è vano.
L’immagine coglie l’attimo. Persuade.
Il Consenso, fino a pochi lustri fa, era raggiungibile anche solo televisivamente in modo banale.
Torsi di verza assurti a filosofi solo per essere popolari, imbecilli dal piglio caratteristico, personaggi che solo per un difetto divengono i beniamini.
Licio Gelli aveva costituito un programma dettagliato per l’ottenimento del consenso.
Partendo dall’esperienza magistrale del Minculpop mussoliniano, aveva tentato di creare una vera e propria casta d’intoccabili, giornalisti, finanzieri, imprenditori, personaggi televisivi ecc che attraverso una congiunta sinergia avrebbero dovuto creare il “consenso”.
Fallita l’esperienza della Loggia “Propaganda Due” semplicemente denominata P2, cui fece parte anche Silvio Berlusconi, sotto l’accusa di “sovvertimento delle istituzioni” più volgarmente definito “golpe”, si istaura in Italia la potenza della Tv commerciale.
Non faremo la storia della TV commerciale, della legge Mammì, dei favoritismi Craxiani all’amico Silvio.
Nè voglio analizzare per l’ennesima volta i tipi d’influenza mediatica che le Tv diffondono ai fini della creazione del consenso.
Il pubblico nel frattempo si è però smaliziato. Ha cominciato a riconoscere i messaggi sublimali, le furbate.
Certo la persona che non s’intende di comunicazione non coglie le finezze dell’Era Bananas che la Tv passa.
Non capisce come mai i servizi con Berlusconi che parla sono sempre perfetti, mentre quando parla Prodi c’è sempre l’audio con l’eco, il rimbombo. La mezza parola cancellata, il motorino che passa.

Il salumiere di Pavia che ne sa del perché Silvio ha sempre lo sfondo azzurro, è sempre da solo, e sventolano sempre bandiere?
Come fa a sapere che l’azzurro, il rosso e il nero bucano in Tv, mentre il verde mette ansia?
Prodi è ripreso sempre in movimento, in atteggiamenti singolari e confuso tra la gente.
Perché i telegiornali dell’Era Bananas iniziano sempre con l’affermazione di Berlusconi, cui seguono le affermazioni del Centrosinistra, cui rispondono sempre quelli del centrodestra?

Ma in questo modo il centrodestra parla due volte!

Chi crede che il consenso si crea solo così è uno sprovveduto.
Il consenso nellEra Bananas si crea in modo più subdolo, capillare, organizzato.
La miriade di testate di quotidiani di centrodestra che assieme non vendono come un quotidiano di mezza tacca come possono sopravvivere?

Per una questione molto semplice.
Le testate sono esposte in edicola e i titoli cubitali sono gli slogan da lanciare al popolo.
Poi passano in Tv nelle rassegne stampa, a prescindere dalle poche decine di vendite.
Perché Repubblica, al nord è introvabile?

Avete mai notato che nei Centri Commerciali dell’Italia settentrionale Repubblica e Il Corriere della Sera finiscono alle prime ore del mattino?
Provate a controllare quante copie invece vi sono, la sera tardi, di “La Padania” “Il Giornale”, “Il Foglio”, “Libero”.
Un’esagerazione.
Stessa sorte per i due settimanali di politica.
Le copie di Panorama che restano invendute sono un abominio.
L’Espresso invece occorre cercarlo fra la Settimana Enigmistica e “Case&Casali”, spesso solo con gli allegati costosi, per renderlo difficilmente vendibile.
Avete provato a cercare Repubblica in un Autogrill della Lombardia, alle due del pomeriggio?

Vi diranno “Finita”.
Se domandate come mai finisce sempre in fretta, vi risponderanno “ Ce ne portano poche copie”.
Negli ultimi anni i distributori di giornali si sono stranamente rarefatti.
Grandi distributori hanno assorbito quelli piccoli e dettano il buono e il cattivo tempo.
Il Consenso passa anche attraverso la distribuzione.
Ma non solo.
Tutto è disseminato di messaggi sublimali.
Guardate la pubblicità della compagnia telefonica “3”.
Recita “ Meno tasse per tutti fino al 2008”. Vi dice nulla?
Una miriade di giornali per casalinghe sono stati invasi di servizi su politici del Centro destra in atteggiamenti familiari.
Santanchè con i bimbi, Berlusconi con la sua tribù, il figlio di La Russa novello play boy (non avesse il padre famoso non se lo filerebbe nessuno, ricordate il fisique du role del figlio di Leone? Eppure come acchiappava), calciatori che sconfessano la fede politica….
Follini no. Sparito.

Siamo bombardati da libretti costosissimi, campagne pubblicitarie miliardarie, slogan ignobili.
Il Centrodestra non crea consenso attraverso le sue proposte, il suo operato.
Ma attraverso una fitta rete Orwelliana. Lo vuole, lo pretende.
La recente campagna elettorale si è basata sul liet motiv della criminalizzazione dell’avversario.
Si è cominciato con Unipol, Cooperative Rosse, attacchi personali a Fassino, violenti, fino alla visita in Procura di Berlusconi, pur senza elementi di rilevanza penale.
Quasi a giustificare il desiderio di distruzione a prescindere.
Infine si è passati alla frottola vera e propria.
Invece di illustrare il programma del Centrodestra, Berlusconi ha parlato solo di quello del Centrosinistra praticando interpretazioni del tutto fasulle.
Anche qui non farò l’elenco delle insulsaggini del disperato Berlusconi.
Curioso è invece l’atteggiamento all’unisono degli altri leaders del Cdx, che fino ad oggi si erano tenuti su posizioni più morbide.

La società italiana è davvero minata alle fondamenta da questo squilibrio informativo.
Non parlerò delle mille altre forme che sono usate da Berlusconi, dall’editoria, radio, Tv locali.
Una rete capillare diffusa che mina la democrazia e ci rende davvero meno liberi.

Tutta la società italiana è pervasa da questo grande fratello che arriva ovunque.
Quando si cominciò a parlare di riforma delle pensioni, a metà degli anni 90, erano settimane che Mediolanum Assicurazione invitava all’acquisto di polizze vita.
Ma anche il Cinema, Teatro, spettacoli….
Sempre meno cultura sempre più musical.
Meno Pirandello più Cuccarini.
Nelle sale cinematografiche non è ancora arrivato “ Bye bye Berlusconi”, il film tedesco che sberleffa il Premier.
Pare sia stato “trattenuto” per non infangare la campagna elettorale....continua

Ma le sale cinematografiche Medusa si moltiplicano e tra breve anche il Cinema sarà completamente nelle mani di Silvio.
Televisioni, editoria, cinema, fiction, giornali, telefonia, radio, Tv locali, assicurazioni, finanza, edilizia, software, banche, ecc.
Un Paese controllato da un uomo. Dal “liberale” Silvio Berlusconi.

Il prossimo Governo se sarà di Centrosinistra dovrà liberarsi di questo ingombrante fardello, cercando in ogni modo sempre il dialogo con quelle forze del centrodestra che vogliano collaborare.
Ad un patto.
In ogni argomentazione bisognerà essere d’accordo su qualche cosa che si prenda come principio per giudicare la questione di cui si tratta.
Altrimenti “contra negantem non est disputandum” ovvero:
“Non si disputi con uno che nega i principi di partenza” Aristotele.

Fabio Greggio   Politikon.it