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venerdì, dicembre 08, 2006

Povero Welby

Una seconda lettera di Piergiorgio Welby.
Spero ardentemente che possa aprire le coscienze di politicanti ottusi sempre pronti a straparlare di etica quando non è sulla loro pelle.
Lasciate che Piergiorgio Welby possa morire in pace. Lo chiede lui, che ha combattuto per molto tempo prigioniero di un corpo insensibile che ora l'ha lasciato veramente senza speranza. Nessuno dovrebbe vietare la scelta conscia di un malato ad opporsi all'accanimento terapeutico perchè con Piergiorgio Welby si sta attuando questo.

Vedo invece che il brillante Gianfranco Fini dichiarare: ''Welby e' cosciente, non puo' chiedere di morire, perche' chi assecondasse la sua volonta' sarebbe un omicida''.  In merito alla richiesta di Piergiorgio Welby di staccare la spina che lo tiene in vita, il presidente di Alleanza nazionale non ha dubbi: ''Sono contrario all'eutanasia: la vita non e' nella disponibilita' di un uomo''.
 

Ecco alcuni passi della lettera di Piergiorgio Welby:
"Sono accusato di 'strumentalizzare' la mia condizione per muovere a compassione, per mendicare o estorcere in tal modo, slealmente, quel che proponiamo e perseguiamo con i miei compagni. Gli strumenti? Sono, invece, limpidi obiettivi ideali, umani, civili, politici".
"Come gia' Luca Coscioni, a mio turno sono oggi oggetto di offese e insulti, di pensieri, parole, aggressioni alla mia identita' ed alla mia immagine, quasi non bastassero quelle perpetrate al corpo che fu mio e che, invece, vorrei, per un attimo almeno, mi fosse reso come forma - qual e' il corpo - necessaria del mio spirito, del mio pensiero, della mia vita, della mia morte; in una parola del mio 'essere'". "Dalla mia prigione infame, da questo corpo che - per etica, s'intende - mi sequestrano, mi tornano alla memoria le lettere inviate alla 'politica' da un suo illustre, altro, 'prigioniero': Aldo Moro. Pagine nobili e tragiche contro gli uomini di un potere che aveva deciso di condannarlo (anche lui per etica, naturalmente) a morte certa, anche lui ad una forma di tortura di Stato, feroce ed ottusa. Quelle pagine non potrei farle mie. Anche perche' furono perfette, e lo restano. Un pensiero, ancora, un interrogativo, un dubbio: dove sono mai finiti per tanti 'credenti' Corpo mistico e Comunione dei Santi? Comunque addio, signori che fate della tortura infinita il mezzo, lo strumento obbligato di realizzazione o di difesa dei vostri valori! Chi siano (e in che modo) i morti o i vivi che rimarranno tali quando saremo tutti passati, non sappiamo, ne' noi ne' voi. Io auguro a voi ogni bene. Spero davvero (ma temo fortemente che cosi' non sia), spero davvero che questo augurio vi raggiunga, si realizzi, perche' questo "voi" oggi manca anche a me, anche a noi altri. Chiedo - ringraziandoli fraternamente - alle oltre 700 mie compagne e compagni, antiche e nuovi, che sono in sciopero della fame, alcuni al sedicesimo giorno, di sospendere questa loro forma di lotta".