Un'inculata reale
Ancora intercettazioni di uno ancora convinto di poter aspirare al trono d'Italia e che invece è solo un poverino :
Visita a Berlusconi
II figlio del «re di maggio» vuole sbloccare la questione relativa all'eredità dei Savoia, per la quale è in atto una vertenza con lo Stato italiano. Per ottenere appoggi Vittorio Emanuele va a parlare con l'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, e il 30 gennaio 2006 riferisce a tale Giudici, che i magistrati indicano come «persona da identificare».
V. Emanuele: «In tutto questo casino mi ha ricevuto subito, eh,
Berlusconi, e allora ho detto, signor presidente, non possiamo permetterci il
lusso di perdere queste elezioni».
Giudici: «Assolutamente».
V. Emanuele: «Tutti gli amici devono andare a votare, devono votare Forza
Italia e la destra, se no siamo nel culo... (...) Bisogna che ci vadano tutti,
perché le sinistre, loro figli di puttana ci vanno».
Giudici: «Vabbè, i bolscevichi vanno sempre».
V. Emanuele: «I bolscevichi (sorride) loro ci van sempre, capisci? E allora
bisogna assolutamente che questa storia cambia, adesso... Ha detto sì, infatti è
uscito su tutti i giornali Vittorio Emanuele prende posizione».
Altri apprezzamenti di tipo politico il principe li aveva riservati un anno
prima, commentando col segretario la drammatica liberazione di Giuliana Sgrena,
al quotidiano Il Manifesto.: «Come si chiama quel giornale lì?... È carta
abbastanza buona per pulirsene...».
Narducci: «Ma neanche, perché le rimane poi sempre il nero su per il
culo... l'inchiostro non è un buon inchiostro».
V. Emanuele: «Sono proprio degli stronzi... No, di avere questo
anti-americanismo...».
Di elezioni Vittorio Emanuele parla con l'attore Pippo Franco, candidato al
Senato nella lista Dc-Psi, il 23 marzo 2006.
V. Emanuele: «Bisogna darci da fare, bisogna riuscire, bisogna fare... Siamo
tutti sulla stessa barca».
Pippo Franco:« Si, si, lo sapevo della sua adesione all'idea».
V. Emanuele: «(...) C'è Rutelli che ride... che scherza... che insulta...
il nostro ministro del Tesoro eccetera... (...) Un po' di dignità ... ci
dovrebbe essere...».
Franco: «Eh... ma non c'è principe, purtroppo...»(...)
V. Emanuele: «Poi c'è un'altra cosa spaventosa e e... sono questi... come lo
dicono... comunismo al caviale dicono (ride)».
Franco: «Ah, sì, sì, vero».
V. Emanuele: «D'Alema ha la barca a vela più bella di chiunque...
D'Alema ha i conti in Lussemburgo, se non si sa. Questo lo so io».
Franco: «Ah bene... Chi è senza peccato scagli la prima pietra principe...
Ma loro l'hanno dimenticato, e soprattutto negano le radici...».
I no global
In molte conversazioni si fa riferimento ad esponenti delle forze
dell'ordine, una volta il segretario del principe parla «dei carabinieri che
servono a noi, che ci fanno sempre dei favori». Vittorio Emanuele ha bisogno
d'aiuto soprattutto quando deve passare la frontiera. L'1 novembre 2005 dice a
un personaggio chiamato Pico: «Sono a Milano, rientro per giovedì... volevo
sapere se giovedì il nostro amico è alla frontiera... mi fa passare...», e Pico
assicura: «Non c'è problema. Lo chiamo... e poi la richiamo e glielo dico».
Ma a febbraio 2006 Vittorio Emanuele è preoccupato per quando suo figlio
porterà la fiaccola per le Olimpiadi invernali di Torino. Il 9 febbraio parla
con una «voce maschile».
V. Emanuele: «Allora se questi no global fan qualcosa li menano, spero».
Voce: «Li meniamo tutti guarda, gli spacchiam la schiena».
V. Emanuele: «Gli spacchiam la schiena tutti (ride)».
In una telefonata del luglio 2005 mentre si trova sull'isola di Cavallo, il principe si lascia andare a «commenti sprezzanti e triviali» sui sardi: «Sono pezzi di merda... Quei sardi lì l'unica cosa che sanno fare, inculano le capre... E poi puzzano la stessa cosa».
Tornato dalle vacanze, a settembre, col segretario discute della partecipazione a un'iniziativa milanese in favore di un'associazione che raccoglie fondi per i minori. Narducci: «Speriamo che ci sian delle belle bambine così le sodomizziamo», e il principe chiosa: «Subito, sì, urlando!».
Fonte: Corriere della Sera
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