Puttane reali
Ecco i discorsi di uno ancora convinto di poter aspirare al trono d'Italia:
30 novembre 2004.
Telefonata tra il principe Vittorio Emanuele di Savoia e Ugo Bonazza, l'anello
di congiunzione con i promotori dell'affare. A chiamare è il principe.
Vittorio Emanuele: «Sto andando a Milano, in città... e adesso c'ho tre
quarti d'ora... e volevo andare a puttane».
Bonazza: «Se mi chiamava stamattina (ride) vuole andare?... Dica dica».
V. Emanuele: «Andare sempre, come si chiamava quella là?».
Bonazza: «Alice, Alice».
Bonazza fornisce l'indirizzo: «È lì, suona il campanello, numero 18, c'è scritto
Yoga, si ricordi...».
V. Emanuele: «Gli do 200 euro e non di più, eh?».
Bonazza: «No, no, anche niente (...). Gli faccia un salutino, un bacino e
basta. Gli dica che mi arrangio io, dopo». Poi cambia argomento: «Senta, mi
permetta adesso una parolina sola di lavoro. Una cosa (...). Io avrei bisogno
che lei mi presentasse, o se lei potesse parlare con un generale, qua, della
Finanza, perché c'è un grosso affare, business, grosso, grosso, grosso».
V. Emanuele: «Ma cosa vuole? Chi vuole?... Un carabiniere o una fiamma
gialla?».
Bonazza: «Fiamma gialla, fiamma gialla».
V. Emanuele: «Ok, sarà fatto».
In un'altra occasione, nel giugno 2005, dopo un colloquio con Vittorio Emanuele, Bonazza telefona a una ragazza, Sonia.
Bonazza: «Sei libera stasera?,.. Ci sarebbe da andare a Ginevra...
praticamente la persona è importante(...). Vabbè posso dirti, è il principe
Vittorio Emanuele di Savoia».
Sonia: «Uhm, uhm».
Bonazza: «Sei italiana te?».
Sonia: «Uhm, di origine. Per metà solo. Sono araba per metà». (...)
Bonazza: «Come sei? Alta, bassa, piccola giusta? Ah?».
Sonia: «Sono alta un metro e settanta».
Bonazza: «Però! Buono! Giovane?».
Sonia: «Ventidue anni». I due si accordano per risentirsi e organizzare la
serata.
Fonte: Corriere della Sera
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