Pacs, noi no, ma gli onorevoli si
da Io Donna n 43 pag 40 di Milena Gabanelli
La signora Adele Parrillo, due anni fa, ha perso a Nassiriya il suo compagno
Stefano Rolla, ucciso da un attacco kamikaze assieme a 18 connazionali.
Lei però non ha diritto al risarcimento che spetta ai familiari delle altre
vittime, perchè i due non erano sposati. In Italia, chi convive anche da molti
anni fuori dal matrimonio non può chiedere permessi di lavoro per assistere il
partner che si ammala gravemente, non può continuare a vivere nell'appartamento
del convivente deceduto senza il permesso dei parenti più prossimi, non ha
diritto alla pensione di reversibilità.
Circa 7 milioni di coppie di fatto devono ricorrere a contratti privati, che non
hanno valore giuridico.
In molti Paesi europei il Patto Civile di Solidarietà(Pacs) dà alle persone che
convivono da più di tre anni alcuni dei diritti patrimoniali che hanno le
persone sposate.
In Italia invece, fuori dal matrimonio, i diritti dei conviventi sono garantiti
solo agli "eletti". Eletti in Parlamento! Infatti senatori e deputati possono
estendere l'assistenza sanitaria integrativa interna(e fin qui niente da dire)
ai loro conviventi, i quali possono però anche godere della pensione di
reversibilità. E' sufficiente una comunicazione di convivenza scritta dal
parlamentare che ne fa richiesta. Oggi gli stessi detrattori del Pacs, laici e
cattolici, non hanno chiesto l'abolizione di questo regolamento. Ci vuole una
bella faccia tosta a non estendere a tutti un diritto che a Montecitorio esiste
già da 10 anni!
Bello schifo...
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