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venerdì, marzo 25, 2005

Meglio locale che biologico

Meglio locale che biologico

di: Fabio Quattrocchi  
Due ricercatori inglesi calcolano i costi ambientali del cibo “C'è meno impatto se si consumano prodotti del posto”. “Meglio locale che biologico”. Ecco i danni dell'agricoltura “Prezzi più alti del 12% se si tenesse conto dell'inquinamento”.
Se al momento di scegliere frutta e verdura sugli scaffali di un supermercato siete di quelle persone che si interrogano su quale sia il prodotto più sano, forse d'ora in poi potete fare a meno di svenarvi per acquistare biologico. A fornire il prezioso consiglio è uno studio condotto da due ricercatori inglesi e pubblicato sulla rivista Food Policy che ha stabilito come ai fini dell'impatto ambientale sia più vantaggioso consumare cibo coltivato localmente piuttosto che prodotti biologici che hanno percorso una lunga strada prima di arrivare nel vostro negozio.
Il professor Jules Pretty, della Essex University, e il suo collega Tim Lang, della City University di Londra hanno calcolato che se nel Regno Unito tutti mangiassero frutta e verdura proveniente da un raggio di 20 chilometri il risparmio annuale, in termini di costi ambientali, sarebbe di oltre due miliardi di sterline.
Costi ambientali per il dissesto idrogeologico e per l'inquinamento di aria, terra e acqua, che l'industria agraria, come si dice in linguaggio economico “esternalizza”, lasciando che siano la natura e la collettività a pagarne le conseguenze, ma che se fossero messi in conto al cliente farebbero lievitare il prezzo della merce di un buon 12 per cento.

La ricerca, tengono a mettere in chiaro i due studiosi, non è affatto un atto di accusa contro il biologico, che andrebbe anzi stimolato per gli ulteriori vantaggi ambientali che potrebbe mettere in movimento, ma semplicemente vuole indicare ai consumatori più responsabili i comportamenti più efficaci.
“Il gesto politico che facciamo più spesso - dice il professor Pretty - è quello di mangiare, in quanto ha conseguenze sull'ambiente, sull'agricoltura e su tutto il business che ruota intorno al cibo”. “Il numero di miglia percorse da un prodotto - aggiunge - ha un impatto molto superiore a quanto supponessimo sino ad ora e bisogna far di tutto per incoraggiare la produzione e il consumo di cibo in loco”.
Il suo collega Lang sottolinea quindi come “anche i consumatori potenzialmente più sensibili alla causa trovano però difficoltà a comportarsi in maniera virtuosa per colpa delle poche informazioni contenute sulle etichette e sui banchi dei supermercati” inglesi, dove non compare il luogo di provenienza della merce.
Un problema che gli italiani sono riusciti a risolvere, seppure con qualche incertezza. Grazie alla legge che da un paio di anni obbliga (in alcuni casi obbligherebbe) i venditori a indicare provenienza e categoria qualitativa di frutta e verdura, almeno su questo siamo un passo avanti rispetto agli inglesi.

fonte: Australian Greens; ENS;
traduzione di: Fabio Quattrocchi

Meglio locale che biologico - edo.swisse.ch - Venerdì 25.3.2005 -
Original Document
http://www.ecplanet.com/canale/scienza-1/archeologia-39/1/0/16915/it/ecplanet.rxdf

Il biodiesel esiste e funziona

 
Non sono frottole, il biodiesel esiste e funziona...
Vi riporto un articolo trovato su beppegrillo.it, degli approfondimenti e,
alla fine, degli argomenti a sfavore.
"Prima di fare questo discorso occorre una piccola premessa. Quanto sto per
dire danneggia gravemente il ministero delle finanze, inoltre e' considerato
"truffa" dallo stato. Se deciderete di mettere in atto quanto NON vi
consiglio affatto di fare, quindi, sarete perseguibili e io ovviamente NON
vi consiglio di farlo. VI spiego semplicemente e nel dettaglio cosa NON
fare. La premessa criminosa e' la seguente: quando i motori diesel furono
ideati, non esisteva ancora il carburante che oggi noi definiamo "diesel".
Non esisteva perché non esistendo i motori diesel, nessuno (escluso il buon
Diesel) si era mai chiesto con cosa farli camminare.
Quindi, i primi motori diesel furono concepiti avendo come combustibile
degli oli vegetali, come l'olio di semi, l'olio di soia, l'olio di girasole,
l'olio di semi vari, e così via. Si, proprio così, quelli che usate in casa
per friggere.

 

La domanda e': e i motori di oggi? La risposta e': idem. La stragrande
maggioranza dei motori diesel (credo potreste avere dei problemi con quelli
turbocompressi) e' capace di bruciare uno qualsiasi degli oli che si usano
in cucina, con l'eccezione dell'olio di oliva (dovreste prima
surriscaldarlo, aspettare che decanti il residuo, e poi ossidare alcune
sostanze facendoci gorgogliare dell'aria mentre bolle. Far passare
dell'ossigeno dentro un combustibile liquido che bolle non e' mai saggio,
quindi non lo fate se non vi chiamate Enichem di cognome. Perdipiu' il
numero di esano e' alto, quindi il botto lo sentirebbero molto lontano).

 

In ogni caso, la notizia che il Resto del Carlino dava oggi e' la
seguente: la gente, a quanto sembra, sta iniziando a scoprire l'olio di
colza. L'olio di colza e' un oliaccio di merda che le industrie usano per
friggere su larga scala, e ha due vantaggi: il primo e' che rovina il fegato
molto lentamente, il secondo e' che costa poco. Costa poco nel senso che
all'ingrosso e nei discount il suo prezzo oscilla tra il 0.45 e i 0.65
euro/litro.

 

Quindi il Carlino dice che molta gente, "complice il tam tam su internet"
inizia a prendere d'assalto i discount per comprare quest'olio. Dopodiché lo
si ficca nel motore.

 

Problemi tecnici? L'unico problema tecnico e' che l'olio vegetale e'
leggermente più denso degli altri, e quindi potrebbe dare dei problemi
all'accensione. L'ideale sarebbe partire con il diesel petrolifero, e poi
iniziare con l'olio di semi vari, o l'olio di colza. Questo significa che la
cosa migliore da fare e' testare sul vostro motore quale sia la percentuale
massima di olio vegetale che potrete usare. Prima ne aggiungete il 10% e
vedete come va, poi il 20% e vedete come va, poi il 40% e vedete come va,
eccetera.

 

LA cosa che dovrete verificare e' come si comporta in accensione. I vecchi
motori diesel, quelli non common-rail, quelli con le candelette di
preriscaldamento per intenderci, NON hanno alcun problema e ci potrete
cacciare dentro quanto olio vegetale volete. Quelli common-rail invece vanno
verificati come dicevo prima, aggiungendo lentamente percentuali sempre più
alte di olio vegetale.

 

Non sarebbe stranissimo se riusciste anche voi, come la maggior parte, ad
aggirarvi sul 75% - 80%. L'olio di semi, l'olio di colza, possono costare
anche 0.45-0.50 al litro. Il diesel...

 

Tutto qui, direte voi?
No, non e' tutto qui. Perché lo stato considera questa cosa una truffa, cioè
un reato. Se voi, cioè, comprate legalissimamente un litro di olio di colza
e anziché friggerci i calamari lo infilate nel serbatoio del vostro diesel
per lo stato state compiendo un reato che e' truffa, perché state evadendo
la tassa che c'e' sui carburanti.

 

Non importa che l'automobile sia VOSTRA e anche l'olio sia VOSTRO e quindi
ci fate quel che volete. Lo stato dice che nel momento in cui diventa
carburante, qualsiasi cosa debba pagare delle accise. Quindi nel momento in
cui io sbatto, che so, il resto del carlino nella stufa, sto compiendo una
truffa perché il resto del carlino NON paga l'accisa sui carburanti ad uso
domestico.

 

Allora, qual è il problema? Il problema e' che il carlino vorrebbe dare la
notizia, come la voglio dare io, mentre lo stato (che teme che la gente
sappia come truffarlo) non vorrebbe. Così, i giornalisti sono minacciati di
denuncia, per istigazione a delinquere, qualora dicano che tale operazione
sia possibile, e che tale operazione sia vantaggiosa.

 

Quindi, mi adeguo.

 

Allora, con questa operazione il diesel lo pagate dai 0.45 ai 0.65 euro al
litro. Siccome il diesel petrolifero, com'e' noto, costa MENO di così,
allora l'operazione e' svantaggiosa.

 

Allo stesso modo, bruciare olio di colza inquina zero. Inquina zero perché
siccome il bilancio chimico di una pianta e' nullo, il CO2 che buttate
nell'atmosfera e' lo stesso che la pianta ha assorbito per crescere, e il
bilancio per il pianeta e' nullo. Le misurazioni poi mostrano come il tasso
di zolfo è pressoché nullo, e le polveri sottili sono la metà del diesel
petrolifero. Siccome inquinare e' BELLO, allora ovviamente (in ottemperanza
alle leggi vigenti) devo dirvi che usare l'olio di colza e' SBAGLIATO perché
rispetta l'ambiente, cosa che, come sappiamo tutti, non e' giusto fare.

 

Come se non bastasse, l'olio di colza ha un numero di esano leggermente (il
3%) migliore rispetto al diesel petrolifero, ovvero il vostro motore non
solo durerà di più, ma avrà una resa migliore e brucerà meno combustibile.
Questo, come ci insegnano le vigenti leggi, e' MALE, perché dire il
contrario sarebbe istigare alla truffa.

 

La stessa cosa vale per l'olio di canapa, che e' ancora migliore rispetto ai
precedenti due. Errata corrige: trattandosi di truffa contro lo stato, e'
ancora PEGGIORE. Sporca di meno, mentre noi tutti sappiamo che inquinare e'
BELLO, rende di più, e non c'e' bisogno che vi elenchi le insidie del
risparmio (pratica immonda e scellerata) e, come se non bastasse, e' una
sonora mazzata nei coglioni a Siniscalco, la persona in Italia le cui gonadi
stanno più a cuore a tutti noi. Guardatelo! I suoi occhioni profondi, quello
sguardo languido e sensuale, l'espressione viva e intelligente: come pensate
di dare un dispiacere ad un "piezz'e'core" del genere?

 

Quindi, vi esorto a NON piegarvi a queste diaboliche pratiche consistenti
nel risparmiare (vade retro, satana!) soldi mettendo (coprite gli occhi alle
vostre figlie) olio di colza nel serbatoio della vostra automobile diesel
(che Siniscalco mi perdoni, l'ho detto!), risparmiando per di più di
inquinare il pianeta (che come sappiamo invece necessita di dosi crescenti
di inquinamento.

 

La colza danneggia gravemente Siniscalco.
Aut min conc.
Fate finta che ci sia anche un bel rettangolo color nero "annuncio
funerario" attorno, come nelle sigarette.

 

Come mai dico questo? Dico questo non perché sia una novità, ma perché e'
una di quelle notizie che non si dovrebbero far circolare, e che sui
giornali non trovano spazio. Motivo evidente: contate il numero di
pubblicità di aziende che fanno carburanti, e il numero di pubblicità di
aziende che fanno olio vegetale, e scoprirete il perché.

 

Siccome in USA c'e' un dibattito sul potere dei blog, mi piacerebbe fare un
test: vedere quanto si diffonde una notizia, sebbene già nota a molti, in
barba alla censura industriale che vige sui giornali, e che usa il ricatto
"non faccio più pubblicità sul tuo giornale se non dici cosa voglio io".


 

Quindi, se vi va, e avete un blog, replicate o linkate questo articolo, o
dite le stesse cose con parole vostre. Non so perché, ma a me Siniscalco non
fa tanto sesso.

 

In generale, comunque, oltre all'olio di colza e a quello di canapa che sono
gli ideali, vanno bene anche l'olio di semi di girasole, quello di semi
vari, quello di mais. L'unica discriminante e' il costo al litro, il che
esclude l'olio di oliva, oltre ai problemi legati alla densità....."


 

Approfondimenti:

 

La situazione attuale
Cominciamo dall'Europa. Il biodiesel e' correntemente in commercio in
Francia, Germania, Austria, Svizzera, Repubblica Ceca, Slovenia e Stati
Uniti. In Austria e Germania viene utilizzato biodiesel puro, in Francia 7
raffinerie su 13 incorporano il biodiesel nel gasolio in percentuale del 5%
e oltre 30 gruppi industriali utilizzano veicoli con biodiesel al 30%
(Fonte: Coldiretti). In Germania, in particolare, vi e' una forte
sensibilizzazione verso l'utilizzo del biodiesel: puo' essere utilizzato in
motori che siano stati costruiti prevedendo l'utilizzo di elastomeri ad esso
resistenti e un numero crescente di costruttori ha previsto la possibilita'
dell'uso di biodiesel nei loro motori, incluse Mercedes-Benz, Volkswagen,
Massey Ferguson e John Deere. Complessivamente si ritiene che nel mondo
siano quasi un milione i veicoli alimentati con biodiesel, e la Germania
detiene l'invidiabile record dei due terzi del consumo europeo. Oltre alla
forte sensibilizzazione della popolazione, un ruolo fondamentale lo gioca il
fatto lo stato tedesco permette la vendita di biodiesel puro, senza limiti
quantitativi. In Inghilterra si parla da poco di biodiesel, posto che solo
dall'aprile 2002 questo Paese ha iniziato una parziale defiscalizzazione del
prodotto. L'Europa ha recentemente promosso due direttive per
l'incentivazione della produzione di biocarburanti.

 

Olio di frittura nel tuo motore?
In base alle nostre ricerche, tutte le auto con motore diesel possono usare
l'olio di colza senza che questo danneggi l'auto. Secondo quanto riporta
Quattroruote funziona cosi': i motori diesel piu' vecchi (e piu' semplici)
possono usare senza problemi il biodiesel, mentre nelle auto nuove bisogna
apportare delle piccole modifiche al motore (spesa intorno ai 100-200 euro).
Il problema del biodiesel e' che puo' danneggiare le parti in gomma dei
componenti di alimentazione, come manichette e guarnizioni pompa diesel, che
tuttavia in molte autovetture non sono, appunto, in gomma. In Germania, ad
esempio, dove ci sono numerosi distributori di biodiesel, la FIAT non ne
autorizza l'uso, pertanto non ci sarebbe garanzia delle parti deteriorate in
caso di guasto. La VW ne autorizza l'uso, ma la casa produttrice delle pompe
diesel da lei impiegate (BOSCH) per paradosso no. Molte autovetture nuove
non presentano tuttavia questo inconveniente (Mercedes, Seat, Volkswagen
appunto, BMW...). Sembra inoltre che a lungo andare l'olio di colza lasci
dei depositi e quindi si rende necessaria una pulizia periodica del motore.
Attenzione anche a un'altra cosa: non si deve utilizzare olio di colza puro,
ma un olio raffinato, privato della glicerina. E' anche meglio utilizzare
una miscela di olio di colza e gasolio normale, anche questo per ridurre al
minimo rischi per il motore. In calce a questo numero di Cacao trovate una
serie di link, molti dei quali elencano le autovetture che possono
utilizzare olii vegetali. Sul punto l'ultima parola dovrebbe comunque
spettare al nostro meccanico di fiducia. E comunque molti ci hanno scritto
confermandoci che mettono anche l'olio di semi comprato al discount o quello
esausto delle fritture (e la macchina non e' esplosa!).

 

Ma si puo' fare?
Facciamo un distinguo: se per biodiesel intendiamo una buona percentuale di
gasolio miscelato con olii vegetali (che e' quanto si trova nelle poche
pompe distribuite sulla rete autostradale) non ci sono problemi. Potrebbe
invece configurare un vero e proprio atto di disobbedienza civile quello di
farsi il pieno di olio vegetale acquistato al supermercato, in quanto si
evade il fisco per le imposte sui carburanti. E' come utilizzare diesel
agricolo (su cui gravano meno imposte del diesel tradizionale) per la
normale autotrazione. Su questo punto non e' chiaro se il cittadino privato
che acquista l'olio di colza al supermercato e' perseguibile direttamente,
ma rimane che si tratta di una violazione della legge.

 

Conclusioni:
In Francia il premier Raffarin ha annunciato di voler triplicare nei
prossimi tre anni il contingente di biodiesel defiscalizzato. Un passo che
prima o poi anche l'Italia dovra' compiere, in ottemperanza della direttiva
europea 30/2003 che prevede una sostituzione progressiva dal 2% al 5,75% del
totale consumo di carburante con biocarburanti. L'Italia dovrebbe
defiscalizzare, entro il 2010, 800.000 tonnellate annue di biodiesel.
L'ultima finanziaria prevede un'esenzione da accisa per sole 200mila
tonnellate! Con la coltivazione di 350.000 ettari di colza e girasole, in
grado di produrre 0,85 tonnellate/ettaro di biodiesel puro sarebbe possibile
ottenere 300.000 tonnellate di biodiesel che, integrate nel carburante al
5%, assicurano a oltre 3 milioni di auto, l'autonomia per un intero anno
(20.000 km). (Fonte: Coldiretti)

 

In attesa di tutto cio', disobbediamo civilmente.

 

Links utili:

 

I produttori:
- http://www.assobiodiesel.it/ Sito dell'associazione italiana produttori
biodiesel
- http://www.stcgroup.com/estereco Sito dell'Estereco, una delle prime
aziende produttrici di biodiesel
- http://www.novaol.it/ Altra azienda produttrice di biodiesel: si tratta di
un sito con molte informazioni interessanti anche da un punto di vista
tecnico: da leggere le FAQ
- http://www.comlube.it Azienda produttrice di biodiesel
- http://www.italbioil.com Azienda produttrice di biodiesel

 

Notizie utili:
Association: portale sui siti relativi al biodiesel
elenca marche e modelli di autovetture che utilizzano il biodiesel
- http://www.cmmlaser.it/biodiesel.htm Sito di un'azienda che dal 2002
utilizza biodiesel per i propri mezzi di trasporto
lo%20smog%20con%20l'energia%20verde.html
Sito che riporta l'esperienza francese e da' alcuni dati normativi italiani
con relativa applicabilita'
- http://www.ecotrasporti.it/biodiesel.html Si occupa principalmente di
macchine a idrogeno, ma c'e' qualche notizia (aggiornata al 2003)
diffusione di biodiesel in Europa
biodiesel in casa
biodiesel e una serie di link interessanti (con notizie tratte dal sito di
Novaol)
informazioni non solo sul biodiesel ma anche sul bioetanolo
- http://www.roisan.com/biodiesel.htm L'autore del sito sperimenta il
biodiesel da tempo. Il sito contiene un forum sul biodiesel
della Coldiretti in un articolo del 17 marzo 2005


Argomenti Contro:
 http://italy.peacelink.org/ecologia/articles/art_8548.html

 

martedì, marzo 22, 2005

Fisco

Da quindici anni sono imprenditore, ho sempre fatto i salti mortali per pagare tasse, balzelli, tariffe, imposte.
Una volta ho pagato una rata dell'INPS su un modulo sbagliato(vizio di forma), ho dovuto ripagarla con gli interessi ed aspetto ancora il rimborso dal 1999.
Comunque l'erario ogni anno mi ha mandato una bella letterina dove si dice che sono un bravo cittadino e che le mie tasse risultano pagate.
Certo non avrei comunque via di scampo, i controlli ci sono e sono severi.

Poi vedo questo:

 

Fisco, l'offerta della Lazio: 107 mln in 20 anni

Sarebbe questa la proposta della società all'erario per sanare il debito totale di 157 milioni. L'Agenzia delle Entrate conferma che si transa su tutta la cifra. Lotito: "Norma applicata in modo uguale per tutti, Lazio compresa"

Roma, 17 marzo 2005 - Centosette milioni di euro da pagare in 20 anni, tutto compreso. Questa la cifra che la Lazio sarebbe disposta a sborsare all'erario per sanare il debito maturato con il fisco, in tutto 157 milioni di euro, maturato fino a luglio 2004 ( data nella quale è subentrato il presidente Lotito che ha onorato tutti pagamenti dovuti, ndr). L'offerta del club capitolino, secondo spifferi provenienti da Formello, comprenderebbe anche gli interessi legati alla lunga dilazione, escludendo ogni altro tipo di onere accesorio. La S.S.Lazio - rivela l'Ansa - sottolinerebbe anche che, ''non essendo in grado di sopportare condizioni piu' onerose di quelle indicate, si vedrebbe costretta al fallimento''.

Inoltre la fonte avrebbe agiunto che la societa' potra' pagare soltanto ''mediante una dilazione ventennale che preveda un esborso di 5,35 milioni l'anno'', in linea con ''le reali possibilita''' del club....
Segue  da romaone.it

E mi dico:

Benvenuto in Italia

Antidoping

Ho sentito con piacere la conferenza stampa del signor Gattuso dove ha spiegato che non ha effettuato il prelievo del sangue per il controllo antidoping perchè nello spogliatoio dell'Olimpico c'era troppa confusione, troppe persone che non conosceva.
Ha dichiarato che lui non è un animale.
Al signor Gattuso (che ammiro per il suo impegno sociale) consiglierei comunque di farsi un giro per gli ospedali in una qualunque giornata e non a qualche inaugurazione che ormai tutte le squadre di calcio effettuano in vari istituti. Si accorgerà che anche la gente normale è costretta a farsi visitare o curare in posti dove c'è troppa confusione e, pensa un po', da persone che non conoscono.

Comunque propongo una raccolta di fondi da parte dei tifosi per dotare le infermerie degli stadi di poltrone in pelle umana, pavimenti in marmo di Carrara, rubinetteria d'oro e l'immancabile ficus presidenziale affinchè questi nostri poveri giocatori si possano sentire a proprio agio durante il minuto occorrente al prelievo.